RACCONTO LA STORIA

EDITORIALE L'AMICO 2/2012

LO SPIRITO, L’ACQUA E IL SANGUE

Sapido! E’ l’aggettivo che mi si forma in bocca se penso a questo numero. Sapido per la rotondità biblica e liturgica dei pezzi in primo piano, di Rosalba Manes e del fratello Aldo Broccato. Francesco diceva che le parole del Signore sono “fragranti”, e si riteneva obbligato a spezzarle a tutti. Fragranti come la Parola sono i segni. L’eucaristia – culmen et fons della vita della Chiesa – incarna in pane e vino la presenza del Cristo – Verbo, che è divenuto “carne”, nascendo da acqua e sangue dal grembo della Vergine – Madre.

Sapidamente, con la rotondità del gusto del pane e del bacio dello sposo alla sposa, il Cristo ha generato dal suo costato, aperto nel sonno della sua morte, la vera e definitiva Madre dei viventi – Eva, la Chiesa.

Il Vangelo non è concetto. Il Vangelo è racconto di esperienza, narrazione d’incontro. Giovanni in questo è autorevole: “Erano circa le quattro del pomeriggio!” (Gv 1,39), dice dopo decenni lunghi, condividendo l’intima memoria dell’incontro col Maestro; “Chi ha sete venga a me e beva” (Gv 7,37), continua, descrivendo il tempio vero di Dio, il corpo di Gesù glorificato, di cui la visione di Ezechiele 47 è solo segno e visione; “E subito ne uscì sangue ed acqua!” (Gv 19,34), prosegue, testimone dell’effusione del lavacro di rigenerazione e rinnovamento nello Spirito Santo, effuso dal costato aperto di Gesù. E ci sono ancora i testi della sua prima lettera, le visioni dell’Agnello e della Gerusalemme celeste nell’Apocalisse. Sapido è Giovanni, nutriente come il pane e il vino, rinfrescante come cascate d’acqua viva, imperituro come il Paradiso che vede attorno all’Agnello. Saggio e ispirante è Giovanni, come il libro dai sette sigilli che solo l’Agnello è degno di aprire. Il Cristo che, ancora nella storia, strappa il velo delle Scritture dinanzi ai discepoli di Emmaus e agli undici, si accovaccia, come l’Agnello escatologico, al termine del tempo, per offrire a tutti noi, degni di seguirlo perché lavati nel suo sangue, la chiave di lettura della storia. Avremo l’eternità per gustare il sapore della sua vittoria, che ci coinvolge. Come dice il salmo: “Alle spalle e di fronte mi circondi. Stupenda per me la tua grazia. Troppo alta, io non la comprendo” (Sal 139,5-6).

Lo Spirito illumina il segno duplice dell’acqua e del sangue. Lo Spirito ci penetra e pervade, rendendoci testimoni come Giovanni e le donne sotto la croce. Lo Spirito ci ispira il linguaggio nuovo per annunciare ancora all’Occidente già cristiano il mistero delizioso del libro dissigillato, del cuore aperto del Cristo, del volto mite dell’Agnello, della forza liturgica e storica del corteo di coloro che lo seguono, ieratici, vicini agli ultimi della terra: uomini e donne confermati nella grazia dal passaggio pasquale nelle acque dell’Esodo.

Questo numero vuole esprimere la diakonìa dell’Evangelo, lo sforzo di trovare il linguaggio nuovo per la Nuova Evangelizzazione dell’Occidente. Crediamo di dover uscire dai sentieri ormai impraticabili del legalismo da registro parrocchiale, dalle strade desolate dell’attendismo pastoralista entro le mura dei nostri templi di pietra, del linguaggio debole e scontato che crede di trovare gente “obbligata” a credere perché battezzata. I nostri padri – dice Paolo – bevvero ad una roccia che li seguiva, e quella roccia era il Cristo (1 Cor 10,4). Il Cristo glorioso è la nostra roccia itinerante, che gronda sangue ed acqua. Bene lo ha compreso Mel Gibson, quando fa uscire dal suo costato squarciato dalla lancia romana fiumi di acqua e sangue. Poveri i cartesiani devoti che hanno misurato l’eccedenza rispetto ai cinque litri di sangue che contiene mediamente il corpo di un uomo. Lessico da medico – legale sulla bocca dei teologi. Che mestizia! Quel costato risponde alla preghiera perenne della Chiesa: “Irriga, Padre buono, i deserti dell’anima, coi fiumi d’acqua viva che sgorgano dal Cristo”. E continua: “Dal tuo fianco squarciato effondi sull’altare i misteri pasquali della nostra salvezza”. O, per dirla con altro inno sublime della liturgia francofona: “Explique nous le livre ouvert à coups de lance”.

La Nuova Evangelizzazione potrebbe cominciare con la proiezione di The Passion a Times square a New York, a Piccadilly a Londra, sugli Champs Élysées, alla porta di Brandeburgo o allo stadio Flaminio. “Regnavit a ligno Deus”. Gesù regna dall’alto della croce, generando in Spirito, sangue e acqua l’umanità nuova. Occorre dirlo a tutti. Euntes docete.

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(Fonte: Antonio Belpiede, L'AMICO DEL TERZIARIO)