DAVANTI ALLA VLADIMIR |
Davanti alla “Vladimir” l’ultimo giorno dell’inverno
Quanto tempo ho perduto in quei tuoi occhi Tenendo stretti al laccio di un sorriso I miei paurosi che cercavan sbocchi In terra fredda al corpo mio riposo. Quanto ho pianto in quella bianca luce Che tra le mura porta primavera Quanti perché nel viso e quella voce A spiegarmi ogni cosa fino a sera. Torna il quesito della fanciullezza: quanto dolore c’è nell’universo? Da quali oscure plaghe vien ristezza? Tuffarmi in seno al mondo mi ha sommerso “Da vita e morte nascerà bellezza” Capii d’un tratto … e poi mi sono perso! (20/3/1986)
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