FRATE VENTO L'AMICO 5/2012 |
ITALIA: TERRA, ACQUA E CEMENTO In ottobre la televisione aveva diffuso un dato impressionante. Nel dopoguerra in Italia è stata cementificata una supericie enorme, un'area pari a Lombardia, Emilia Romagna e Liguria sommate assieme. Occorrono case per i cittadini, occorrono opifici, capannoni, industrie. Occorre, tuttavia, saggezza nel costruire, soprattutto una relazione armonica e serena con ... Gea, la terra, il pianeta madre. Le leggi di una nazione civile dovrebbero recepire la saggezza antica e le esigenze moderne, cogliere le innovazioni migliori della tecnica e aiutare, coi loro precetti, i cittadini e l'organizzazione sociale, gli imprenditori, i tecnici, le agenzie di finanziamento a cooperare per dare luoghi dove vivere e operare ai cittadini e rispetto intelligente alla terra. In Italia non è così. Avendo posto in cima l'idolo della speculazione, ad esso si asservisce tutto: il buon senso, l'onestà professionale, il rispetto della terra ... la prudenza più elementare. Il dossier delle acque che travolgono case che non sarebbero dovute esistere, del cemento truccato della Casa dello Studente dell'Aquila, delle costruzioni negli alvei dei fiumi e sui cocuzzoli delle montagne raggiunge dimensioni mostruose. Lo Stato, diversi governi italiani hanno risposto con cinque condoni edilizi. La natura ha risposto distruggendo le blasfeme costruzioni dell'homo italicus. Nel festival consueto delle menzogne e dei cavilli, non possiamo entrare nel dettaglio tecnico dell'inondazione novembrina della maremma e di altre zone della Toscana e dell'Umbria. Ogni bambino sa, tuttavia, che la terra assorbe l'acqua, il cemento e il mattone le sono impenetrabili e la fanno scorrere via, ammassarsi, divenire turbolenta e rovinosa, assassina. Una gran parte del cemento esistente in Italia è illegale. Una percentuale elevata di questa illegalità è stata "amnistiata" dai condoni. Ricordo mio padre Nicola, a cui facevo pressioni da adolescente innamorato della campagna di Puglia, perché costruisse un casetta sul fondo avito. S'informò e disse: "Non si può!". Chiuso. La legge dice no! E noi obbediamo. I diversi condoni hanno lasciato crescere decine di abitazioni e ville all'intorno. Non mi lamento di mio padre: ne sono fiero. La bruttezza di molti tratti delle nostre coste, la morte di tanti cittadini, i disastri alle colture e le officine allagate sono figli di questo osceno atteggiamento mentale. Nei paesi civili la costruzione abusiva viene abbattuta. Dopo due o tre atti di questo tipo non ci sarà più nessuno che osi costruire illecitamente. L'Italia giace nel fango, non solo quello della Maremma. La "culla del Diritto", la figlia primogenita di Roma e dei suoi giuristi è divenuta il paese del compromesso, dell'illegalità, della furbizia dei potenti. Monti non è l'arcangelo Gabriele. Ma stiamo vedendo delle cose serie. I Maroni, i Di Pietro, gli Alfano, la sinistra lo attaccano: "I cittadini devono avere un governo guidato da chi hanno votato". Giusto! Peccato che ci abbiano impedito per le ultime votazioni di esprimere un voto di preferenza alla Camera, che ci abbiano imbottito le Istituzioni di veline e cialtroni; peccato che facciano così fatica a votare la nuova legge elettorale; peccato che non siano riusciti a ridursi lo stipendio e le numerose prebende, mentre il paese soffre e nelle famiglie si tira la cinghia. L'impressione è che con Monti e i suoi ministri seriosi non si possa rubare come prima. Peccato, infine, che gli italiani facciano così fatica a trasformarsi da "clienti" in CITTADINI. Chi ama la storia se ne accorge subito: a noi è mancata una Rivoluzione seria. Non certo il sangue e il dolore, ma lo sconvolgimento delle viscere di un popolo che butta via la retorica falsa e i privati aggiustamenti per esigere condizioni migliori di vita e di partecipazione responsabile. La chiamano DEMOCRAZIA. Dacci, o Bambino Gesù, la forza di lottare come profeti perché le nostre città e le nostre nazioni siano governate meglio, perché ci siano cittadini responsabili che delegano l'azione legislativa e di governo con responsabilità e coscienza, capaci di controllare l'operato dei loro delegati, di chiederne conto, di retribuire, nel gioco nobile della democrazia. Dacci, Signore nostro, la forza di rendere sacri gli spazi pubblici delle nostre città, di rispettare la terra e la comunità degli uomini che la abita, di "cementare" l'identità civile degli italiani e degli europei. Abbiamo ancora tanta bellezza da donare al mondo, se recuperiamo la nostra identità, le nostre radici. Buon Natale e felice 2013! © Antonio Belpiede - all rights reserved
|