EDITORIALE L'AMICO 2/2013 |
FRANCESCO, VA' ...
"Francesco, va'. Ripara la mia chiesa": queste parole udì il giovane figlio di Pietro di Bernardone dal crocifisso di San Damiano di Assisi. Fu papa Innocenzo III, aiutato dallo Spirito Santo in sogno, a riconoscere in quel piccolo uomo, vestito di sacco e seguito da un pugno di fratelli semplici come lui, il gigante che avrebbe sostenuto, rinnovato, restaurato la Chiesa di Cristo. Non devo usare altre parole su ciò, ma rimandare al pulsante articolo di Rosalba Manes. San Paolo scrive ai romani dei gemiti della creazione, che attende di generare ancora vita in Cristo. Questi gemiti abbiamo ascoltato dal Papa venuto "dalla fine del mondo", quando ha detto "buonasera" ai romani e all'umanità e ha chiesto un minuto di preghiera silenziosa per "il nuovo vescovo di Roma". Questi gemiti si possono udire ogni volta che, dal ventre della Chiesa madre saturo di acque di vita - il battistero, uomini e donne vengono rigenerati dallo Spirito del Padre e del Figlio. Gli stessi gemiti ancora emergono dal silenzio dei mistici, dal servizio amoroso di chi serve gli ultimi, dalla profezia dei testimoni e degli evangelizzatori, pronti a tingere del loro sangue le acque madri del battistero e i lini dell'altare. E come non udire i gemiti di speranza, di gioia ed esultanza pasquale che vengono dalle mani strette di Papa Francesco e del suo predecessore emerito, Benedetto XVI? Esiste un solo re per i cristiani: il Figlio eterno del Padre, il Signore risorto dai morti e asceso al cielo, il Kyrios nostro Gesù. Pietro ... è un servo, chiamato a essere buono, mite, fedele come il Maestro, forte come Lui per "confermare i fratelli nella fede". Pietro non è un altro re. Pietro è il primo degli apostoli, cioè il primo nel Collegio dei vescovi che ne sono i successori. Pietro ama Andrea, Giovanni, Giacomo e tutti gli altri, parla con essi, li ascolta ... poi si alza e parla: la sua parola è certa perché satura di tutti i gemiti inesprimibili che lo Spirito sussurra all'orecchio della sposa: la Chiesa. Per questo papa Bergoglio accoglie con gioia il fratello che lo ha preceduto nel servizio alla Chiesa, il papa emerito, Benedetto. I loro sorrisi sono la più bella espressione estetica della comunione nella Chiesa. Nel volto mite di Joseph Ratzinger c'è la saggezza umile e il coraggio inapparente delle sue dimissioni "pro bono Ecclesiae". Nel volto quotidiano e radioso del nostro papa, Francesco, c'è l'amore di una Chiesa che serve, che non conosce il carrierismo di certi ecclesiastici, i piccoli calcoli e i paludamenti. Il Papa, uscendo sulla loggia dopo l'elezione, ha rifiutato la mozzetta di raso rosso ed ermellino. La "Chiesa del grembiule" (Tonino Bello) non sa che farsene. Scrivo questo editoriale gioiosamente commosso, come tanti, appena dopo le immagini dell'arrivo del Papa emerito nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano. Con quale velocità lo Spirito muove la storia, la apre alle sue incursioni appassionate, schiude le labbra della Chiesa a nuovi baci, come canta la sposa del Cantico dei Cantici (cf. 1,2). Lo Spirito permea la Chiesa della vita del Cristo. L'antinomia carisma - istituzione sta nel peccato degli uomini di Chiesa o, altre volte, nelle letture superficiali o malevole di certi Media. Lo Spirito irriga del sangue e dell'acqua che sgorgano dal costato aperto del Risorto ogni singolo battezzato, ogni comunità ecclesiale, ogni uomo o donna preposto a servire la Chiesa e il Regno, fino al Santo Padre. Per questo chi vive nello Spirito riconosce lo Spirito: come Elisabetta e Giovanni in lei sentono il profumo di Gesù nel ventre di Maria, come Innocenzo III avverte l'aroma della nuova primavera cristiana per l'Europa che emana dai panni poveri di Francesco, come Papa Bergoglio e Joseph Ratzinger annusano la freschezza di una Chiesa lavata di Vangelo, pronta per annunciarlo ancora alle comunità di antica tradizione, invecchiate nella noia secolarista, come alle fresche aree del mondo assetate di quel Gesù che ancora non conoscono. Dal cielo un altro Papa sorride entusiasta: Giovanni Paolo II. E' sua la voce che lo Spirito Santo incarna dicendo agli orecchi di Jorge Mario Bergoglio: "Francesco va', ripara la mia Chiesa". La Nuova Evangelizzazione è iniziata davvero. Ed è partita dal palazzo apostolico. Amen!
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