RACCONTO LA STORIA

EDITORIALE L'AMICO 3/2013

GESU’ E’ IL SIGNORE

“Signore mio e Dio mio”, dice Tommaso - Didimo, otto giorni dopo la Pasqua, trovandosi infine anche lui nel Cenacolo di fronte a Gesù che gli offre le mani e il costato: “Tocca pure, Tommaso, metti la tua mano nella ferita che mena al mio cuore”.

Gesù è il Signore che vogliamo cantare in questo numero, nel mezzo dell’anno della fede. Noi crediamo in Gesù - Signore: un Signore che è sposo della Chiesa.

Lo Spirito Santo sta portando questa piccola, antica rivista francescana a trovare la sua propria grammatica della Nuova Evangelizzazione. Benedetto XVI in Ubicumque et semper parlava di pluralità di approcci: non serve un'unica formula, un unico linguaggio. I nostri amici e collaboratori sembrano profondamente intrisi di questa unzione rinnovata: “Tuo sposo è il tuo Creatore”, ci ricorda con Isaia Robert Cheaib, teologo in quanto sposo e padre. Se il Creatore è lo sposo, la sposa è l’umanità intera. La Chiesa, che è la sposa attuale del Signore Gesù, è “in Cristo come sacramento, cioè segno e strumento di salvezza e di unità per tutto il genere umano" (Lumen Gentium 1). “In Cristo”, dice la Costituzione dommatica del Vaticano II, cioè dentro Lui ... come non pensare alla costola più prossima al cuore del Signore? Quella costola che sostituisce il ruolo dolente di Eva, quella costola vivente "nel cuore" del Dio - Trinità come mistero eterno di salvezza che si rivela nella pienezza dei tempi nella Vergine - Madre Immacolata, signora e onore dell'Ordine serafico. La Chiesa è sempre chiusa in quel cuore, come la colomba del Cantico nelle fenditure della roccia: eppure è costretta ad uscire da quell’amore impellente e irresisitibile che è uscito dal seno stesso della Trinità, da quel fiotto di acqua e sangue perenni che la proiettano fuori, sui deserti del mondo. Acqua, sangue, parola, pane e vino, olio, mani e piedi, labbra, alito, corpi ... tutti “sacramenti” di un Dio vicino, amante, sposo. Anna Pia Viola ripete con Tommaso - Didimo, ma con sensibilità e passione squisitamente femminili: “Gesù ci ha mostrato il potere salvifico del contatto fisico: credo in Colui che tocca i malati e li guarisce. Si lascia accarezzare e baciare i piedi da una prostituta (Lc 7, 36-50)”.

Il malato ... l’intero Occidente che si è sottratto alla signoria di Gesù e si trova umiliato dallo strapotere del capitale che sopprime i diritti degli uomini. Il Battista, che prepara l’unione tra lo sposo Gesù e l’umanità, è anche profeta tremendo contro le iniquità. Fabrizio Volpe svela con chiarezza “di che lacrime grondi e di che sangue” (Ugo Foscolo) il nuovo capitalismo “senza diritti”. Come ogni guerra, come ogni crisi, al sangue e alle lacrime di molti farà riscontro l’arricchimento iniquo di pochi. Non lo dice tutti i giorni Papa Francesco?

La destabilizzazione dell'economia dell'Ovest è dovuta all'avventurismo del grande capitale e dei suoi giochi finanziari, ma anche alla produzione immorale del gigante cinese, dove i lavoratori sono sfruttati come schiavi, con conseguente abbattimento dei prezzi che schiaccia i manufatti di un Occidente democratico in cui, dai tempi di E le stelle stanno a guardare (A. Cronin) e del primo sciopero generale d'Italia (1904, per i morti di Cerignola e della Sardegna), i lavoratori si son visti riconoscere progressivamente dei diritti e un salario dignitoso, da cittadini. Gli stati d'Europa hanno bisogno di ritrovare il senso etico di una missione di civiltà nel mondo intero: altro che alchimie di banchieri! Memoria del passato e sogno di giustizia ci vogliono. In questo periodo si prepara in Italia una modifica della Costituzione. Guai a noi, piccoli uomini e donne De Filippi - dipendenti e velinopatici, se non andremo col pensiero e col rispetto del cuore ai Dossetti e ai Moro, ai La Pira e ai Togliatti, ai Calamandrei e ai Di Vittorio. Rischiamo di trasformare la corazzata di rango che ci è stata consegnata in una rugginosa carcassa dei mari.

Ci ricorda fra Luigi Lavecchia la domanda di Gesù: "Tu, chi dici che io sia?". Tu, risponde Antonio, sei il mio Signore e il Signore dell'umanità, lo sposo che vuole adornare la sua sposa di virtù e bellezza. Colui che prenderà i poveri di Foggia e delle altre città in cui molte "mense dei poveri" chiudono durante l'estate e li porterà sulle rive celesti del Giordano, sulle spiagge dorate della pace, della giustizia e della fraternità. Nel frattempo, in attesa che Gesù ritorni alla fine dei tempi, speriamo che l'Ordine Francescano Secolare, che abbiamo da anni l'onore di assistere spiritualmente, sappia passare dai suoi giri di parole devozionali, dagli scapolari e dalle cappelle cimiteriali, alla concretezza di un'aranciata fresca offerta a un povero in questi mesi estivi, che per pochi saranno di gaudio, per molti di sacrificio, per altri ancora di fame e dolore.

Solo la Bellezza salverà il mondo. Tu, Gesù, sei "il più bello tra i figli dell'uomo". Insegnaci a ritrovare la bellezza della giustizia sociale, la bellezza del ritorno a te, la bellezza infiammata di predicatori come Francesco e Antonio di Padova, del linguaggio nuovo che stiamo gustando dalle labbra del vescovo di Roma. Il bacio delle tue labbra, Signore Gesù, la coppa che ci offri dall'altare, il suono della tua Parola ci mandino - samaritani nel tuo Nome - con olio e cuore ad ungere le membra dell'umanità sofferente, aggredita dai briganti in doppiopetto e con l'American Express sul cuore.

Solo riconoscendo in te il Signore e sposo, gli uomini potranno ritrovare la via della libertà, della giustizia, della bellezza.

 

 

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(Fonte: L'AMICO DEL TERZIARIO)