EDITORIALE L'AMICO 5/2016 |
UN BAMBINO CI GUIDERA' Adatto la profezia d'Isaia che commento nell'articolo di fondo con un cambiamento del pronome. Non solo il lupo e l'agnello, il leopardo e il capretto e gli altri animali pacificati saranno condotti dal fanciullo, ma noi tutti: Un bambino ... Il Bambino ci guiderà. Don Francesco Armenti apre il suo pezzo con sei domande serie. Sei punti interrogativi sul Natale dei terremotati, dei bambini in Siria e altri teatri di guerra, sui migranti impauriti dalle onde, su altri "minores", come direbbero Francesco e Chiara, piccola gente bisognosa di una mano, come quella coppia con un bambino appena nato quella notte a Betlemme. In questo stesso numero presentiamo l'ultima pubblicazione del nostro caro amico, Oltre le luci, provocazioni sul Natale. Armenti è coerente: domanda, scuote, provoca. Il peccato peggiore contro il Natale, infatti, non è "non andare a Messa", quanto truccare la festa col mascara del consumo e col rossetto della retorica ignorante, tradirla riducendola a un disimpegno privatista ... una festa priva di "Gender", anziché il "Compleanno" del Figlio di Dio, che viene sulla terra per salvarci. Non si possono stigmatizzare i non credenti che non annunciano Gesù, ma bisogna riprendere i cristiani che riducono il Natale alla festa del buonismo familiare, all'occasione per sentirsi migliori portando un pandoro all'ospizio per anziani, a un anonimo ponte gastronomico, un relax basato sul nulla. Nella notte dell'Occidente, a volte illuminata in maniera sciocca o inquietante da zucche vuote con occhi, naso e bocca scavati nella corteccia, la fede cristiana illumina la notte col vagito del Bambino. Grazie a Pina Spicciato, per aver saccheggiato con precisione femminile l'Antico Testamento e l'attesa messianica del popolo di Dio. "Un Bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio" e questo Bambino ci guida verso una riconciliazione, una "trasformazione cosmica", un'era di pace. Carozza e Viola si uniscono con note proprie e originali al canto del Natale che vede il Bambino al centro. Il lessico essenziale dei pastori, il raglio ossequioso dell'asinello e il muggito di pace del bovino, nella stalla che rammentiamo vedendo un presepe napoletano, si uniscono al coro degli angeli. Le stelle stesse esultano, chiamate per nome dal battito del cuore bambino del Figlio eterno che le ha create. La cometa le guida, come direttore d'orchestra. L'Occidente sembra attraversare una notte oscura. Da un lato crescono paure e incertezze, il terrorismo fomenta nuove psicosi. Dall'altro si edulcora il Natale, s'indebolisce l'intera identità dei nostri popoli, credenti o non credenti che siano. Forze oscure, con progetti lucidi, emarginano i bambini dal centro dell'attenzione, li riducono a consumatori o ... oggetti da consumare. Ha ragione fra Luigi Lavecchia: " Si è disposti ad attraversare la notte, purché una stella faccia da guida. Un bambino guiderà con gli occhi carichi di incanto e nitidi di innocenza gli adulti verso la verità". Gesù lo aveva detto: "Se non diventerete come bambini, non entrerete nel Regno dei cieli". Ma sei tu, Signore, il Bambino che ci guida, la tenerezza dell'umanità che torna a risplendere più che le stelle, la virilità e la femminilità riconciliate nell'armonia familare, il progetto di una vita più semplice forse, ma dai cieli più puliti, con più sorrisi sapidi da donare a ogni uomo. Vieni, Bambino Gesù, vieni a guidarci. Abbiamo bisogno di te. Buon Natale e felice 2017.
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