RACCONTO LA STORIA

FRATE VENTO L'AMICO 3/2019

NOA E GLI ALTRI

 

“L’eutanasia e il suicidio assistito sono una sconfitta per tutti. La risposta a cui siamo chiamati è non abbandonare mai chi soffre, non arrendersi, ma prendersi cura e amare per ridare speranza” (Papa Francesco).

Noa Pothoven, 17 anni, è morta domenica 2 giugno nel salotto di casa, coi genitori accanto. Con determinazione ha lottato per esercitare il diritto legale di lasciarsi morire. Aveva subito molestie plurime da piccola, una profonda violenza da due uomini a 14 anni. Capita spesso che una giovane vittima di abusi si senta sporca, abbia vergogna di raccontare, paura di ricordare. La psiche di Noa è stata devastata da quel dolore profondo che si era installato nel suo essere. Ho davanti agli occhi il noto dipinto di Munch: l’Urlo. La povera Noa deve aver urlato per anni, un urlo silenzioso, da innocente colpita da un male oscuro e vile.

Ciò che si comprende è che questo inferno interiore l’ha determinata a lasciarsi morire.

Intorno a lei due poveri genitori ed un sistema legale di un paese europeo, l’Olanda, che garantisce il diritto di morire a un maggiore di 16 anni. I medici e gli stessi genitori non possono che rispettare la volontà, sostenuta dalla legge. Lo stesso ordinamento giuridico ha lasciato vivere, sia pure con alterne vicende, un partito dei pedofili: caso unico al mondo. Nacque nel 2006, con l’acronimo NVD, Amore, Libertà, Diversità. Aveva come obiettivo garantire il diritto dei dodicenni ad avere rapporti con gli adulti e legalizzare la pedopornografia. Non prese voti per il Parlamento e si sciolse il 2010. E tuttavia, se non in Parlamento, certa ideologia cresce nella cultura, promuove liberalizzazione illimitata di pornografia, ossessiona certe nature deboli, inclina il piano mentale verso il delitto, l’abuso sul minore, la violenza. Il pansessualismo costituisce in Occidente una di quelle “strutture di peccato” di cui parlava Giovanni Paolo II.

Quel giorno in cui due adulti hanno fatto del suo corpo un giocattolo, Noa è stata ferita a morte. Nessuno di noi ha i dati né l’autorità per giudicare ciò che i genitori, i medici, gli amici hanno cercato di fare per salvarla. Possiamo solo assistere in silenzio a questo silenzioso dolore, come gli amici di Giobbe che si siedono accanto a lui, provato dalla perdita dell’intera famiglia e dei beni, gravemente malato e assiso su immondizie. Si siedono e tacciono.

In questo silenzio, tuttavia, siamo chiamati a riflettere e a proporre cambiamenti. Scriveva Dostoevskij: “Vivere senza Dio è un rompicapo e un tormento. L'uomo non può vivere senza inginocchiarsi davanti a qualcosa. Se l'uomo rifiuta Dio, s’inginocchia davanti ad un idolo”. Gli idoli sono sotto i nostri occhi. Più i popoli si secolarizzano, più i sistemi legali degli Stati si lambiccano nella presunta difesa dei diritti soggettivi dei cittadini, più vengono meno i beni fondamentali. L’aria buona, l’acqua, la famiglia ci vengono lentamente strappati, ma a una fanciulla che ha compiuto sedici anni e soffre profondamente nell’anima sua viene “garantito” il diritto di morire. C’è qualcosa che non va.

Aria, acqua … famiglia. Non c’è bisogno di essere cristiani per capire che l’aria e l’acqua sono essenziali alla vita. Così è la famiglia. E’ iscritta nell’ordine della bellezza. Un ateo saggio che osservi la terra e la storia non nega la famiglia. Certe ideologie figlie dell’individualismo più oscuro e del relativismo etico, come il Gender, vanno contro la natura, contro la stessa umanità la cui libertà dicono di voler difendere, contro la famiglia. Dove lo Stato la sostiene, la incoraggia, le situazioni migliorano. Quando funziona la famiglia ogni agenzia sociale ulteriore diventa meno necessaria. E’ questo il primo luogo naturale in cui possiamo vivere le parole del Papa: “Non abbandonare chi soffre, prendersi cura e amare per ridare la speranza”.

 

Dedico queste parole al giovane Francesco, figlio di due genitori amorosissimi, due amici francescani. Non ha cercato la morte come Noa, ma la morte lo ha cercato nella festa del Corpo e sangue di Cristo, mentre cercava di scavalcare un cancello per partecipare a una festa universitaria.

Signore …. Ti affidiamo i nostri figli, tutti i figli del mondo. Noa … e gli altri.

 

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(Fonte: L'AMICO DEL TERZIARIO)