MIGRANTI MARI ED ALVEARI VUOTI
In questo numero un illustre accademico, Nicola Neri, dice che "siamo in guerra". Vedo già qualcuno che griderebbe all'esagerazione, che indulgerebbe sul "politichese" per dire tutto e il suo contrario. Invece Neri ha ragione. Cosa sono centinaia di cadaveri ripescati attorno a Lampedusa se non il bilancio di una guerra? Cosa sono le vittime innocenti che galleggiano tra i pesci se non il frutto di nuove Auschwitz e Birkenau? Mobili, moderne, non dichiarate, eppure esistenti?
L'Europa è in guerra contro la sua memoria e la sua saggezza. L'ideologia della "obesità borghese" dei tedeschi, col complesso di primi della classe d'Europa, non è meno pericolosa di altre loro "rigidità mentali" del passato. Come si può ostinarsi ad affermare che il problema dei migranti è dello stato europeo su cui approdano? Se l'ondata arrivasse dalla Scandinavia sarebbe un problema diverso. Ma i poveri vengono da sud. Se l'Italia è membro dell'Europa - e lo siamo con orgoglio come padri fondatori! - le sue vaste frontiere marine non sono solo frontiere tricolori, ma frontiere d'Europa. In un mondo globale, scaricare le strategie a livello locale è miope o disonesto.
L'Europa tutta è in guerra con le sue radici. Rompendo traumaticamente con l'Ancien Régime, la Rivoluzione francese è andata contro la Chiesa conservatrice e paludata del suo tempo, contro l'alto clero che reggeva lo strascico al re ... non certo contro il Vangelo. I principi di giustizia, libertà e fraternità - alieni a gran parte del clero che si nutriva d'altro - scaturiscono dalla Rivelazione, dall'Antico e Nuovo Testamento, dalla tradizione cristiana, dal Monachesimo e da Francesco d'Assisi. Le attuali istituzioni europee, che hanno negato le radici cristiane del continente, non difendono la libertà dei cittadini, ma aumentano la loro dipendenza da un sistema economico e di scambio senz'anima. La solidarietà, la giustizia sociale, la socialdemocrazia, la carità ... tutto viene meno di fronte all'impero dell'Euro, allo strapotere delle borse e dei burocrati senz'anima di Bruxelles. Questi non hanno - generalmente - nulla a che fare con il bonus pater familias della grande etica laica di Roma classica. Sono anch'essi piccoli uomini, con l'iscrizione a qualche loggia o l'adesione a qualche lobby, un dottorato in Economia o Diritto teso a far regnare una democrazia di plastica, senza sangue e passione, sul vecchio continente. In realtà, sempre più, un simulacro di democrazia.
Fenomeno analogo può riscontrare chi conosce l'Africa riguardo agli uffici delle Nazioni Unite. La gran parte dei denari raccolti per i rifugiati, le vittime, i poveri ... finiscono per sostenere le istituzioni O. N. U. Centinaia di fuoristrada con apparecchiature satellitari e antenne impressionanti solcano il continente nero come incrociatori il mare. Gli stipendi dei funzionari sono elevatissimi. Poco giunge in derrate alimentari, coperte e tende, acqua e sapone per i poveri del continente, per chi scappa dalla guerra, chi cerca di vivere, pochissimo per l'istruzione e lo sviluppo.
Noi, figli d'Occidente, siamo come i farisei contro i quali Gesù si scagliava. Non si riesce - non si vuole fare - il WTO, l'accordo sul commercio mondiale, per riportare equità nel regno del sopruso ed aiutare i paesi poveri a svilupparsi col loro lavoro. Dopo le potenze europee, la Russia e gli U.S.A. sono arrivati anche i cinesi e gli asiatici a succhiare il sangue della terra d'Africa e della sua gente. Noi occidentali poi, cerchiamo di ridurre il senso di colpa con qualche aiuto che ... va a finire in strutture e stipendi ai funzionari. I cinesi? Non hanno ancora scoperto il senso di colpa.
Così, spinte dalla povertà, da Sud a Nord masse di figli d'Africa si dissanguano per comprare un biglietto per la speranza su un barcone diretto a Lampedusa, in Italia, in Europa. Un biglietto falso, spesso un ticket per la morte umida nell'acqua.
Ma i migranti non sono solo questi. Due settimane fa a Toronto - Ontario, una delle città più ricche ed efficienti del mondo - amici italo - canadesi mi dicevano che aumentano in misura esponenziale le richieste di immigrazione dall'Italia. Sono medici, ingegneri, biologi ... I nostri giovani migliori vogliono andarsene perché in Italia non c'è speranza. Ma qual è la speranza che manca? Non quella del pane minimo, del bicchiere di vino, degli spaghetti. Quello non manca al più povero degli italiani. Ma quella ... degli incarichi ricevuti per merito, della giustizia, dell'efficienza, dell'equa retribuzione per chi lavora e del demerito per chi non s'impegna, della dignità ... L'Italia non manca solo di una classe politica onesta ed efficiente, ma di decine di milioni di cittadini animati da senso etico, da onore, da nostalgia della Patria morente.
Giorni fa un grosso industriale mi parlava di rivoluzione. Non un disoccupato disperato, ma un industriale, un uomo ricco a cui va bene, che deve lottare ogni giorno con una burocrazia corrotta e incompetente per portare avanti i suoi programmi, che riguardano migliaia di famiglie di lavoratori. La rivoluzione fa male, costa sangue ... ma i francesi l'hanno fatta nel 1789, noi andiamo avanti tra le menzogne e i trasformismi. La cultura del Gattopardo regna da Trapani a Sondrio.
Intanto migranti muoiono nel Mediterraneo, altri volano sofferenti e sdegnati sull'Atlantico, a portare via le migliori speranze di rinnovamento del nostro popolo.
Le aule del Parlamento, i Consigli Regionali e tutti i palazzi delle istituzioni democratiche si mostrano come alveari vuoti, se non sono riempiti dal nuovo polline di una politica basata sulla giustizia e l'impegno, sull'onore, sul sudore, sul tricolore e sull'Europa. O cambiamo politica, fratelli d'Italia e d'Europa, o presto qualcuno abbatterà gli alveari vuoti e la loro retorica ben retribuita. E sarà doloroso.
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(Fonte: L'AMICO DEL TERZIARIO) |