Luci ed ombre si alternano sull'Europa e sul mondo. Papa Benedetto ha combattuto il relativismo etico e il nichilismo filosofico, questa "idolatria del nulla" tutta occidentale, idealista, razionalista con le pagine luminose dei suoi scritti magisteriali. Papa Francesco esprime nel suo volto la gioia del pastore che quel magistero vive nella prassi più umile e quotidiana.
Il titolo dell'enciclica è una "tautologia", una ripetizione dello stesso concetto: "La gioia della notizia gioiosa". E' come l'alleluia pasquale che viene ripetuto, dopo l'astinenza quaresimale, infinite volte. La gioia va sprecata, come l'olio nel vasetto d'alabastro che in casa di Lazzaro Maria, umilmente e con passione devota, versa sui piedi di Gesù. "Il Signore ama chi dona con gioia", dice San Paolo.
La gioia del Vangelo ha i suoi araldi, i cristiani tutti, battezzati nel nome della Trinità e incorporati a Cristo, re, profeta e sacerdote. In questa Chiesa, di fratelli e sorelle uguali, alcuni sono scelti per essere a tempo pieno e con la forza di un sacramento che ne potenzia il battesimo e li unge per la missione, l'Ordine Sacro, i ministri della gioia: i diaconi, i sacerdoti, i vescovi. Per questo il Papa li addestra senza mezze misure, li fa sudare nell'anima come un severo allenatore di calcio i suoi atleti. "L'accidia" paralizza i ministri di Dio, li rende egoisti e pigri, "funzionari" pallidi di un vangelo asettico, talvolta, più che apostoli appassionati, grondanti dagli occhi la gioia pasquale. L'accidia ... non se ne parlava quasi più. Devi spiegare anche agli intellettuali che cosa sia questa freddezza dell'anima, questo egoismo sordido che non esplode in grandi scandali ma ingrigisce i ministri di Dio fino a farne dei testimoni negativi, icone meste della mancanza di speranza, anziché della gioia.
L'accidia, del resto, non colpisce solo i ministri sacri. Pensiamo a certe coppie che vivono ormai un "amore istituzionale", condito dal bacio "della mutua" al mattino, senza più crederci, senza più passione, senza più dono. Consideriamo laici cristiani che, avendo una carica politica o un ufficio pubblico ci "vivacchiano" senza spendersi più di tanto, senza dono di sé, senza generosità e amore per il prossimo che dovrebbero servire.
Il Vangelo viene nei giorni della Pasqua con il volto di una donna che ha molto peccato e molto amato, a cui è stato molto perdonato. Il magnifico Gesù ha voluto che fosse Maria, la Maddalena, a dare per prima la notizia della sua risurrezione. "Ho visto il Signore!". Non le credono, cominciando da Pietro. E' una donna (non potevano testimoniare in Israele!) e ... che donna, con quale passato. E' la Chiesa invece, peccatrice perdonata, che non è invitata ad ammalarsi pensando alle sue ferite passate, ma a guarire col suo volto appassionato coloro che incontra per la strada: Gesù è risorto! Ho visto il Signore! E vi ama.
L'Europa e l'Occidente cercano ancora la gioia su sentieri di stupidità, più che di menzogna. Né il possesso, né l'ascolto acritico di qualunque istinto, né le carriere sognate ed il potere, che mette i suoi piedi sulla nuca degli ultimi, danno la gioia ... solo l'incontro con Gesù e con l'uomo vivente, il più indifeso, il più povero, in cui Egli posa costantemente il suo sguardo.
La Chiesa è invitata dal Papa a scomodarsi come la Maddalena sui sentieri della Missione, per "offrire a tutti la vita di Gesù Cristo".
Giovanni Spagnolo comincia il canto pasquale di questo numero. Tutti gli altri, ciascuno con le sue note, interpretano lo stesso fremente annuncio: il Signore è risorto. La nostra gioia è portare a tutti questo Vangelo.
© Antonio Belpiede - all rights reserved
(Fonte: L'AMICO DEL TERZIARIO) |