TUTTI I COLORI DEL MARRONE
Da bambini siamo cresciuti con icone cappuccine pregevoli: fra Bernardo Da Riccia, fra Rufino da Lacedonia, fra Teodoro da San Mango, fra Ireneo da Foggia, fra Clemente da Sant'Elia. Eravamo persuasi che i frati fossero tutti pugliesi, molisani e avellinesi.
Da grande sono stato chiamato a vivere nella Curia Generale dei Frati Minori Cappuccini. Avevo già capito che i frati sono ... di altre zone che quelle conosciute da fanciullo, ma qui siamo all'esagerazione. Siamo trentacinque frati in rappresentanza di 19 nazioni, ma le lingue parlate sono più numerose. Basti pensare che tra gli indiani Charlie e Damian parlano Tamil (una nazione di cento milioni di persone nel subcontinente indiano), Michael e Albert Marathi (della zona di Mumbay), Clayton la lingua di Goa. Peccato che il pugliese non sia ancora riconosciuto come lingua letteraria! Ma con Checco Zalone - recentemente fotografato col nostro direttore - e le parodie sul web di Troy in pugliese stiamo crescendo.
La visione eurocentrica, ormai buffa, fa dire a volte: "Sei africano?". E il fratello risponde: "Sono del Kenya e parlo swahili, dell'Etiopia e parlo amarico, dell'Angola ... del Congo". E già. Mica ci chiedono: "Sei europeo?", ma se siamo italiano o francese o spagnolo ...
Anche il Brasile, che sembra una nazione sola, mostra tratti di vastità continentale. Per andare da Est a Ovest, dall'Atlantico all'Amazzonia, c'è una distanza maggiore che per attraversare l'Europa, da Mosca a Lisbona, e diversi fusi orari. Tra un Bahiano, come Erivan, e uno di Rio Grande do Sul, come Sergio, corre molta differenza; ma anche tra Francisco, di Fortaleza, e José Carlos, di Santa Caterina, ma mezzo Paraguayo, perché missionario lì per alcuni anni. Al nutrito plotone giallo - verde si è appena unito il giovane Marcelo. Tra i latini ancora Hugo, dal Perù, Luis Eduardo, colombiano, Alejandro dell'Honduras, Jaime dalla Spagna. I polacchi hanno il guardiano, Marek, e il frate più giovane, Tomasz. Gli States sono rappresentati da Mark e da Charles, l'amico dei gatti.
La razza "alpina" è rappresentata molto in alto. Il Ministro Generale, Mauro, è svizzero, il vicario, Stefan, sloveno. Dopo i miti indonesiani, Victorius e Willy (fratello laico mezzo romano di Porta Portese), chiudono i pochi italiani e l'unico francese. C'è Massimo, memoria saggia della Curia, che viene da Rovigo. Raffaele, lombardo, è in disputa perenne sul vino col turco - parigino Pio Murat. Disputa accademica che mi crea sofferenza. Beviamo, difatti, un vino da Cappuccini ... moderni, più simile al Tavernello nel cartone che al vino nuovo che ci offrirà Gesù nella casa del Padre: né Bordeaux né Franciacorta, né Primitivo né Nero di Troia e nemmeno quello delle cantine del nostro convento di Montefusco, né il bianco d'Orta Nova, che la buonanima di fra Giammaria Cocomazzi usò, con gesto memorabile, per consolare i frati della casa di Termoli che avevano subito un furto. Fu allora che, stappando con abilità professionale ispirata la pregiata bottiglia, esclamò: "Uagliù ... noi monaci di tutto possiamo morire, meno che di sete!". E, bicchiere con bollicine dopo l'altro, la mestizia passò e le orecchie divennero rosse. Umberto, ligure di padre pugliese, cerca invano di vantare le doti del discreto - ma anemico di sole - olio ligure nei confronti del virile "verdolino" di Puglia, ricco di coratina, leccino e ogliarola (voglio dire!).
La "compagnia" (come i Carabinieri) della Curia Generale finisce coi forti neri: Jean Bertin, Congo, Aklilu d'Etiopia, Benedict del Kenya. Mi piace chiudere con Joaquim Hangalo, che il suo stesso cognome rivela angolano: un uomo che parla agli avversari e agli amici, agli elefanti e ai ... microchip con la stessa forte semplicità, con la medesima competenza.
Così, mentre la mia maturità timidamente si affaccia (e sì, sarebbe ora ...) mi rendo conto che i colori del marrone, del nostro saio francescano, hanno tutte le tonalità della vita, dei mari e dei continenti, delle foreste e delle savane, dei prati in primavera e dei ghiacciai alpini, dei cieli d'azzurro diverso; hanno i ritmi d'Africa e quelli di Rio e di Bahia, la taranta di Puglia e il flamenco e il fado e Mozart.
Eppure i vecchi frati di Foggia e del Sannio, del Molise ci hanno insegnato l'essenziale. In quel "Pace e Bene" che tutti i bambini di Cerignola rivolgevano ai frati c'era l'apertura ai colori del mondo e del cielo che trovarono tutti posto nel cuore del ragazzo umbro. Nel cuore di Francesco c'erano già tutti i colori dei fratelli della Curia Generale, tutti i colori del mondo.
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(Fonte: L'AMICO DEL TERZIARIO) |