RACCONTO LA STORIA

FRATE VENTO L'AMICO 2/2015

TACCUINO ANGOLANO

Ho pensato a papà Nicola e mamma Maria, i miei genitori terziari francescani in Paradiso, mentre prendevo l'aereo Lufthansa che mi portava a Luanda, capitale dell'Angola, assieme al Ministro generale, fra Mauro. Avrebbero pensato commossi che viaggiavo col "successore di San Francesco". E' vero, lo dicono anche le Costituzioni dell'Ordine. E in un mondo, anche ecclesiale, impastato sovente di retorica, quest'espressione non lo è per nulla. Un frate, scelto tra tanti, è chiamato a ricevere su di sé lo spirito del fondatore per continuare con tutti i frati l'opera iniziata dal figlio di Pietro di Bernardone, sintetizzata dal Signore con queste parole: "Francesco, va' e ripara la mia Chiesa!".

Luanda! Un'altra Africa rispetto alla povera Bangui, dove sono sceso per sette anni per dare i miei corsi di Diritto, ma anche rispetto alla capitale del Ciad, Ndjamena, che supera di due spanne Bangui. Quando l'hanno lasciata i portoghesi, nel 1975, dopo una vera guerra di liberazione, Luanda aveva circa seicentomila abitanti. Oggi è dieci volte più grande. Una metropoli con oltre sei milioni di cittadini. I palazzi del Parlamento e del Governo e quello dello stesso arcivescovo sono belli, di foggia lusitana ovviamente. Ma mi impressionano i numerosi grattacieli già terminati o in costruzione sull'imponente "marginal", il lungomare ricco di alte palme e attrezzato con una precisa pista ciclabile. Mi ricorda il lungomare di Copacabana a Rio, giusto di fronte, dall'altra parte dell'Atlantico.

Il Ministro generale è qui per incontrare i Superiori maggiori delle Circoscrizioni della CONCAO, la Conferenza dei Frati Cappuccini dell'Africa Occidentale. Un giorno è riservato a me, per condividere un po' di sano Diritto Canonico non più coi fraticelli d'Africa, ma coi loro Superiori.

Circa un secolo fa cominciò la lenta e progressiva penetrazione dei Frati Cappuccini in questo continente che richiama nella sua natura la grandezza di Dio. La prima predicazione del Vangelo, accompagnata da una costante promozione umana, officine, laboratori, istruzione professionale, fu condita dal sangue di martiri e dal martirio anonimo delle malattie e degli stenti. Oggi il nostro Ordine ha una presenza diffusa in tutta l'Africa.  Ed è il primo per numero: circa millecento frati. Il Diritto serve quando i fenomeni spirituali - e l'Evangelizzazione ne è il primo - si sedimentano su un territorio e penetrano una comunità umana. L'Organizzazione ecclesiastica è una scienza antica, che ha bevuto la saggezza dell'organizzazione imperiale di Roma ed è stata presa a modello, nel ventesimo secolo, per la nuova scienza della organizzazione aziendale. Una casa di presenza missionaria ne suscita altre, dalla Missione si passa alla Custodia, governata da un Custode eletto dai frati che dipende da un Ministro Provinciale o direttamente dal Generale. Si giunge infine ad una Provincia, dotata di piena autonomia.

La Custodia di Angola sta per diventare Provincia. Ne ha dato l'annuncio ieri fra Mauro dinanzi a una chiesa piena di giovani aspiranti frati. In certi momenti ho l'impressione che lo Spirito Santo possegga il nostro Ministro. Del resto è lui "il sommo sacerdote" dell'Ordine, il successore di Francesco. Così, afferrato dal fuoco del cielo, fra Mauro ha detto: "E questa nuova Provincia nascerà come una Provincia missionaria". Poi ha raccomandato ai giovani d'imparare le lingue straniere.

Davanti ai nostri occhi una splendida comunità di frati che testimonia il Vangelo in Angola. La figlia del sudore, dell'amore, del sangue dei vecchi missionari europei. Oltre il nostro sguardo, dove la realtà si tuffa nel sogno profetico e nella visione, plotoni di figli d'Africa che ci aiuteranno a ri-evangelizzare la stanca e grassa Europa. Basta chiudere Londra e Amsterdam e conventi in Toscana o in Emilia in Spagna o in Germania. E' così che ho interpretato l'aggettivo del Generale. Le Province d'Africa possono aiutare l'Europa - loro madre nel Vangelo - a ritrovare se stessa. L'anima dell'Europa ha bisogno di sangue nuovo, di ritmi di natura, di liturgie di festa e di speranza, di fuoco dello Spirito nel cuore.

 

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(Fonte: L'AMICO DEL TERZIARIO)

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