NO GENDER
BAMBINI VERI E FALSI DIRITTI
C'è stato un tempo in cui "manifestazione di piazza" era sinonimo di cosa sgradita alla Chiesa cattolica e ai pastori. Nei primi anni '70 manifestai con altre cinquemila persone perché non espiantassero l'Ufficio imposte dirette dalla mia città: Cerignola. Qualche parroco ti guardava sempre come "un comunista", anche se c'erano tutte le idee politiche in quel corteo.
C'è stato un tempo in cui la Chiesa cattolica godeva in Italia di trattamenti di favore o di rispetto, come il semplice cedere il passo al sacerdote in coda alla Posta. Quel tempo è finito.
In un'Europa le cui istituzioni hanno lottato per non dichiarare "le radici giudaico - cristiane" dell'identità continentale si fa strada una cultura del nulla che in nome di ideologie radical - chic vorrebbe insegnare ai nostri bambini, nella scuola dell'obbligo, che si può avere "genere" maschile o femminile, che si può cambiarlo anche più volte, che le parole "padre", "madre" sono desuete, che ci sono diverse possibilità di famiglia: due papà, due mamme, con fratellini o sorelline che possono venire da diverse combinazioni di seme maschile - ovulo - utero. Contro tutto questo un milione di persone ha detto NO il 20 giugno a Roma in Piazza San Giovanni. Si trattava in grossa parte di famiglie, come le conosciamo noi, come le conoscevano i romani e i greci, gli etruschi e gli assiri e tutti gli altri popoli. La famiglia come viene dall'ordine naturale delle cose; quell'ordine che ha posto in sincronismo perfetto gli astri e le costellazioni, i cicli della vita e della morte, le leggi fisiche e tutto quanto esiste e si coniuga con la vita e la speranza degli uomini.
Un milione di No gender ha levato la voce gioisa e forte contro quest'ideologia di morte. C'erano cristiani, ebrei, musulmani, non credenti .... famiglie. Perché si può anche essere atei e rispettare l'ordine della natura, la sua meravigliosa armonia.
Si sono levate, come è giusto in democrazia, le voci dei difensori del Gender. Il sottosegretario alle Riforme Scalfarotto ha affermato:
"C'è a Roma una manifestazione contro i diritti civili, è una cosa più unica che rara che ci siano persone che manifestano contro i diritti di altre persone" (Fonte: Corriere della Sera, Redazione Roma - Online del 20 giugno).
In una sua opera del 1983, Le Droit et les droits de l'homme [Il Diritto e i diritti dell'uomo], il filosofo del Diritto Michel Villey critica la retorica individualista e tutta moderna dei "diritti dell'uomo", divenuti una sorta di contenitore ideologico in cui far rientrare ogni strana pretesa. L'onorevole Scalfarotto chiama diritti civili la pretesa di inquinare le menti dei nostri bambini con teorie elitarie e contro l'ordine naturale. A Roma nessuno ha preteso conculcare i diritti di altri, ma difendere piuttosto i bambini. "Difendiamo i nostri figli", slogan della manifestazione, si richiama alla semplice verità delle cose. La scuola non può sostituirsi ai genitori, ma è chiamata ad integrare e aiutare la loro azione educativa. Ogni volta che lo Stato si è sostituito in modo autoritario alla famiglia ha prodotto risultati aberranti: fosse quello nazista o sovietico ... o quello che s'intravede nelle affermazioni di certi onorevoli. Se si parla di diritti, non possiamo ignorare quello dei nostri bambini ad essere educati secondo la verità della natura, che non credenti o credenti di diverse fedi condividono.
L'articolo 3 della Costituzione italiana recita:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Ho sentito qualche cialtroncello incolto farne un'esegesi strampalata a favore del Gender. Quando Aldo Moro e Piero Calamandrei e tutti gli altri costituenti redigevano quel testo "sacro" avevano negli occhi ancora le immagini dei morti e del sangue della guerra e nel cuore il fremito di costruire una società libera, giusta e bella. Volevano che uomini e donne potessero accedere a tutte le attività e magistrature della nazione senza discriminazione ... non sognavano certo tre, quattro o non so quanti sessi o, addirittura .... un Genere mobile e provvisorio.
C'è stato un tempo in cui i vecchi parroci ritenevano "comunista" chiunque scendesse in piazza a manifestare. In questo nostro tempo, al contrario, la "parresia" degli apostoli, il coraggio ch'essi ebbero dinanzi al Sinedrio che li fustigava, va vissuto con un rinnovato impegno di tutti coloro che hanno a cuore il futuro dell'umanità. Il Gender è un viscido attacco alla famiglia. Attaccare la famiglia significa mirare al cuore dell'umanità. Ben venga la piazza. Saranno i colori e le canzoni della vita, sarà il sorriso dei nostri bambini ... ma anche la tenacia sudata di Mediterraneo e scura di sole delle famiglie che approdano sulle coste d'Italia e d'Europa, a mostrare il ridicolo di queste strampalate teorie di morte.
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(Fonte: L'AMICO DEL TERZIARIO) |