RACCONTO LA STORIA

EDITORIALE L'AMICO 1/2018

 

CENT’ANNI DI CROCE

“La croce è sempre pronta e ti aspetta dovunque”, dice L’Imitazione di Cristo. La croce luminosa è visibile e circonfusa di venerazione e gioia nelle pagine di tutti i nostri collaboratori in questo numero. Perché assimilare la visita di papa Francesco a Pietrelcina e San Giovanni Rotondo con la croce? Chiedetelo a Dio. Le stimmate cosiddette “invisibili” apparvero nelle mani di padre Pio a Piana Romana, circa un mese dopo la sua ordinazione sacerdotale, nel settembre 1910. Dopo l’epifania solenne delle stimmate definitive nel coro di San Giovanni, 20 settembre 1918, lo accompagnarono per tutta la vita … per scomparire dolcemente solo le ultime settimane prima della morte, non lasciando segno alcuno di cicatrice (un prodigio nel prodigio!). Le stimmate di padre Pio sono state legate al suo ministero presbiterale. A lui solo è stato concesso di offrire non solo il sangue di Cristo nei simboli eucaristici, ma il suo proprio sangue, che qualche volta, nonostante le accortezze, dovette mescolarsi nel calice per qualche goccia caduta. Profeticamente padre Pio lo aveva scritto, quasi rivelazione pubblica della sua passione profonda per Cristo e Cristo crocifisso, nel suo santino dell’ordinazione: “Gesù, mio sospiro e mia vita oggi che trepidante ti elevo in un mistero d’amore con te io sia pel mondo Via Verità Vita e per te Sacerdote Santo Vittima Perfetta”.

Lo aveva capito perfettamente il grande Paolo VI quando associò la “clientela mondiale” di padre Pio al suo sacerdozio: “Celebrava la Messa umilmente, confessava dal mattino alla sera” e al suo offrirsi vittima con Gesù:ed era, difficile a dire, rappresentante stampato delle stimmate di nostro Signore”.

La croce era lo strumento più orribile della ferocia militarista romana. Eppure è divenuta nella luce della Pasqua il segno della vittoria della vita. Il centurione romano, nel Vangelo di Marco, rivela infine, proprio dinanzi al crocifisso, il “segreto messianico”: “Veramente Costui era il Figlio di Dio” (Mc 15,39). Analogamente i popoli hanno guardato nei secoli la croce come segno di vittoria e di vita. “Talamo, trono e altare” del Cristo, la definisce un vecchio inno. Gesù lo aveva detto nel Vangelo di Giovanni: “Io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32).

Nel secolo breve, il ‘900, le potenze militari avevano eretto nuovi tipi di croci: fili spinati, gas contro adolescenti soldati. Le civili nazioni europee massacrarono i loro figli. La prima guerra mondiale uccise molti più soldati che la seconda. Ma quest’ultima superò il totale con i civili, coi sei milioni dell’Olocausto, ma anche con quelli massacrati da Stalin, e con i morti innocenti di Foggia e di altre città italiane, massacrati dalle bombe americane, di cui … sembra ad alcuni scorretto fare memoria … eppure è la verità. Tra questi due conflitti Dio mandò il suo sacerdote, per trasformare in croce che salva, nel suo corpo unito al Cristo, tutti gli strumenti di tortura e morte, tutte le croci inventate dalla crudeltà umana.

“Dalle sue piaghe noi siamo stati guariti”, dice il Profeta Isaia del servo di Iahvé nel suo terzo carme. Da quelle del Cristo, assolutamente. Ma anche da quelle che il Cristo ha voluto donare a figli e figlie eletti dal suo amore ad essere con-crocifissi con Lui: Francesco d’Assisi, Veronica Giuliani, padre Pio.

La “società liquida”  (Z. Baumann) ha bisogno di solide certezze. L’uomo d’Occidente è divenuto come Ulisse in un perenne sopore nell’antro della maga Circe. Mollezze e idoli, confusione sull’identità sessuale e sui ruoli parentali, orribile idolatria del denaro, che serve … anche per cambiare sesso. Il nulla è ammannito da vili imbonitori che si ammantano di progresso e civiltà e pagano o posseggono i Media per ribadire queste soporifere menzogne.

La croce è puntata sul Calvario del mondo per richiamare tutti al senso vero della vita. Il lignum e il patibulum, le due braccia che la compongono, sono solidamente infisse al centro della capanna dell’Occidente, nonostante i massicci attacchi. Dalla croce viene il fiume d’acqua viva che sgorga dalla porta del Tempio nella visione di Ezechiele. E Gesù alza la voce e dice: “Chi ha sete venga a me e beva. Chi crede in me, come dice la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno” (Gv 7,37). Dalle migliaia di cimiteri europei milioni di croci raccontano la fede e la speranza cristiana. Non segno di morte, ma di vita, non sconfitta, ma trionfo del Cristo. Padre Pio, il sacerdote crocifisso del ventesimo secolo, si trasforma, anche grazie alla visita di tre Papi e alla progressiva attenzione della Chiesa nei suoi confronti, nell’alfiere della croce per i secoli a venire. Come dice in eterno la Parola di Paolo: “Io ritenni di non sapere altro in mezzo a voi, se non Gesù Cristo e questi crocifisso”(1 Cor 2,2). Amen!

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(Fonte: L'AMICO DEL TERZIARIO)

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